Roberto Della Seta

Ecologista a chi?

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La pandemia dà ragione agli ecologisti, all’idea che l’Homo sapiens abbia devastato la natura e ora ne paghi il prezzo? O al contrario dimostra che gli ecologisti hanno torto, che solo un uomo sempre piú “tecnologico” e “artificiale” può sconfiggere la natura “ostile”?

A partire da queste due opinioni contrapposte ed entrambe correnti, si snoda una riflessione sul pensiero ecologico, che vede l’uomo come “intruso” nel mondo naturale ma al tempo stesso, nel solco di Darwin, come specie animale integrata nei processi evolutivi. Questa contraddizione non ha impedito alle idee degli ecologisti di conquistare l’opinione pubblica, di penetrare nella mentalità contemporanea e soprattutto delle nuove generazioni. Ma di fronte alla pandemia e a una crisi ancora piú grave, quella climatica, gli ecologisti devono sciogliere le loro ambiguità, mettendo da parte pregiudizi e diffidenze verso la scienza e la tecnologia: oppure, da soluzione della crisi ecologica, il pensiero green rischia di diventare esso stesso parte del problema.

Roberto Della Seta

Roberto Della Seta (Roma 1959) da oltre trent’anni si dedica a tempo pieno ai temi ambientali. È stato coordinatore del comitato scientifico e presidente di Legambiente, poi parlamentare, oggi è
direttore del Festival nazionale dell’economia circolare. Tra i suoi libri: La difesa dell’ambiente in Italia. Storia e cultura del movimento ecologista (Milano 1999) e Dizionario del pensiero ecologico. Da Pitagora ai no-global (con Daniele Guastini; Roma 2007).