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Italiani e stranieri nella tradizione letteraria. Atti del Convegno di Montepulciano, 8-10 ottobre 2007

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Il Centro Pio Rajna ha promosso un convegno sul tema difficile e ambiguo dello ‘straniero’, al confine tra la storia della letteratura e la storia della cultura. Nell’antica Grecia lo straniero Xénos godeva di ogni riguardo e ospitalità, diversamente dal Bàrbaros verso il quale era implicito un giudizio di inferiorità. A Roma lo straniero è soltanto exter o extĕrus, ‘estero’. Il termine strangiero, straniero, preso in prestito dall’antico francese estrangier (mod. étranger), collegato al lat. extraneus ‘esterno, estraneo’ risale al Medioevo, e presto si afferma la forma poi prevalsa di straniero, stranero, collegata semanticamente a strano, ‘insolito, diverso dall’usuale’. Evoluzioni, contaminazioni linguistiche, interferenze reciproche che denotano mutamenti significativi nel rapporto italiano-straniero. Dapprima l’italiano si pone come modello di élite culturale superiore rispetto allo straniero, ma già nel Rinascimento il confronto con l’Altro si fa più equilibrato. Poi, nel corso dell’’800 il rapporto si capovolge: lo straniero supera in prestigio morale e progresso economico e civile l’italiano, e nelle opere di Madame De Staël e di Byron si ritrova il mito di un’Italia spossata e moribonda ma pregna di pathos. Nei secoli XIX e XX l’italiano non è più il colonizzatore o l’esportatore di cultura, ora espatria e diventa dominante il confronto con l’America: sempre in bilico tra utopia e alienante realtà, esaltata nelle contaminazioni di Vittorini e Pavese, o irrimediabilmente incompatibile con l’identità italiana (Soldati, Cecchi, Praz, Moravia).
Relazioni:
Alessandro Barbero, Italiani e stranieri: la novità di un’antitesi; Luca Molà, Traffici, mercanti, viaggiatori sullo scorcio del Medioevo; Pietro Trifone, L’italiano nel Mediterraneo. Intrecci di lingue e di culture tra Medioevo e Rinascimento; Luciano Formisano, Lo straniero nella letteratura italiana del Due e Trecento; Carlo Vecce, Italiani e stranieri nell’Umanesimo; Francesco Negri Arnoldi, Arte italiana arte straniera; Pasquale Guaragnella, Immagini dello straniero e del forestiero nella cultura del Barocco; Carmelo Alberti, Italiano e straniero nell’età dell’Illuminismo; Guido Baldassarri, « Italiani » e « stranieri » in Pascoli e D’Annunzio; Paolo Orvieto, L’America o il luogo dell’altro e dell’altrove; Sebastiano Martelli, La scrittura dell’emigrazione; Edoardo Esposito, Libri stranieri nell’Italia nel Novecento